Frontespizio

Le conclusioni provvisorie sono come i massi che ci consentono di attraversare un piccolo fiume: saltiamo dall'una all'altra, e possiamo farlo di volta in volta solo perché i "massi" precedenti ci hanno portato a quel punto.

«Che cosa rimane del pensiero critico, se rinuncia alla tentazione di aggrapparsi a schemi mentali, a retoriche e ad apparati argomentativi prefabbricati e di sicuro effetto scenico (manicheismo, messianismo, settarismo, complottismo, moralismo e simili...)? Non perde forse la sua capacità di attrarre l'attenzione dell'uditorio distratto facendogli sentire il suono delle unghie che graffiano la superficie delle cose?» può domandarsi qualcuno.
No, al pensiero critico non servono “scene madri” né “effetti speciali”; anzi, quanto più si dimostra capace di farne a meno, tanto più riesce a far comprendere la fondatezza e l'urgenza dei propri interrogativi. (In my humble opinion, of course!)

mercoledì 1 aprile 2015

Euro ed Europa: quando una speranza si affievolisce e nasce un'accigliata delusione

Il dilemma del momento

Non sembrano esserci dubbi: la disputa del momento è sull'euro.

L'idea che “non avessimo alternative” migliori dell'ingresso nella moneta unica non mi ha mai convinto: a mio parere ha rappresentato fin dall'inizio la parte più debole del ragionamento dei sostenitori dell'euro. Molti di loro infatti – si ricorderà – tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila affermavano che al di fuori dell'euro “sarebbe stata la catastrofe” per la lira e per l'Italia. Non c'è, né mai ci sarà, la prova della fondatezza della loro asserzione.

Soltanto con un'operazione fantascientifica (nel senso letterale del termine) avremmo potuto duplicare la storia italiana, magari creando un “universo parallelo” e facendo sì che esistessero due Italie che, nello stesso periodo e alle stesse condizioni (sociali, economiche, politiche, ecc.), arrivate al bivio, prendessero ciascuna una strada diversa. Due Italie uguali in tutto salvo che in un dettaglio: una avrebbe aderito all'euro e l'altra no. Soltanto grazie a questo esperimento fantascientifico di “duplicazione” avremmo potuto appurare chi avesse ragione, confrontando giorno dopo giorno lo “stato di salute” delle “due Italie”; in mancanza di questa possibilità, i sostenitori dell'euro non possono fregiarsi del titolo di “salvatori della patria”. Si appuntano da soli la medaglia sul petto, si sa, ma questo, anche dal punto di vista dello stile, non è serio...

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