tag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post4261937582878191926..comments2023-04-26T16:59:09.600+02:00Comments on Almanacco di conclusioni provvisorie: Il lavoro "flessibile" e il suo "mercato" sono un decreto del "destino"? Qualche legittima domandaivaneuscarhttp://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-29345787562509768182012-11-12T16:29:51.993+01:002012-11-12T16:29:51.993+01:00E poi, come giustamente ricordi, il PIL purtroppo ...<i>E poi, come giustamente ricordi, il PIL purtroppo non tiene conto della qualità della vita. Ad esempio esso aumenta anche tramite gli investimenti bellici, ma di certo le guerre non sono proprio esempi massimi del benessere di un paese; idem per le spese mediche, faranno anche aumentare il PIL, ma testimoniano di un malessere generalizzato.</i><br />Il PIL, per certi aspetti, monopolizzando l'attenzione dei mass media e dell'opinione pubblica, di fatto diventa un'<i>arma di distrazione di massa</i>, una maniera di rendere invisibili determinate questioni che invece sono centrali, per la società e per l'economia. Certo, con questo non voglio dire che il PIL, come misuratore, non serve a niente; ma non è l'"indicatore unico e universale" del "benessere", come molti pensano. E ciò che tralascia è importante quanto (se non più di) quello che considera.ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-66379575744112855012012-11-12T16:29:22.088+01:002012-11-12T16:29:22.088+01:00Come tu rilevi, e come io avevo fatto notare nel p...Come tu rilevi, e come io avevo fatto notare nel post, l'aspetto peggiore della precarietà è proprio il fatto che questa da noi si accompagna pressoché costantemente a basse (e inadeguate) retribuzioni (o addirittura all'assenza di retribuzione <i>tout court</i>, cosa davvero inacettabile e inescusabile, da qualunque punto di vista la si consideri!).<br />Probabilmente non sono neppure i "singoli" imprenditori (specie i piccoli) a "generare" questo meccanismo: i sistemi produttivi ed economici vanno al di là dei singoli individui; il fatto che molte piccole (e anche medie) imprese attualmente chiudono i battenti (oppure, entrate da poco sul mercato, hanno vita brevissima) sta ad indicare che i vantaggi di questa organizzazione economico-produttiva si concentrano sempre più in pochissime mani (il grande capitale, specialmente quello finanziario). E' il modello sociale e di vita che nell'insieme si è sfaldato; e i lavoratori forse possono opporsi alla "deriva" soltanto unendo i loro sforzi al di là delle frontiere, e insomma facendo fronte comune in tutto il mondo. Finché qualcuno farà credere loro che approfittando della situazione, e disponendosi a "farsi più schiavi" degli altri (dicesi concorrenza al ribasso o "lotta fra svantaggiati"), possano migliorare le loro condizioni, il sistema appronterà modelli "contrattuali" sempre più svantaggiosi per il lavoro <i>nel suo insieme</i>; e il "vantaggio differenziale" dei lavoratori [il vantaggio che alcuni di essi pensano di avere sugli altri "offrendo" la propria opera per un tozzo di pane] nelle diverse aree geografiche si ridurrà sino a farsi risibile.<br />[Continuo]ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-28771215005991262822012-11-12T16:28:43.296+01:002012-11-12T16:28:43.296+01:00Ti ringrazio per il bel commento...
Aggiungo che q...Ti ringrazio per il bel commento...<br /><i>Aggiungo che quando si svolge un lavoro non consono alle proprie attitudini, magari distante mille miglia da quella che è stata la propria formazione (formazione che uno si è scelto, si suppone, per passione), il lavoro finisce per diventare una vera e propria schiavitù...</i> (più tutte le giuste considerazioni che seguono, nel tuo commento).<br />Credo che sia proprio questo il punto fondamentale: il lavoro, nel mondo moderno, dovrebbe essere una via per giungere alla realizzazione della propria personalità: il lavoro dovrebbe <i>liberare</i>. Nelle concezioni antiche e pre-moderne il lavoro poteva anche essere schiavitù, o "servaggio": era considerato normale, in quel modello sociale gerarchico, basato su differenze insopprimibili di ceto, intendere il lavoro, assimilato alla "fatica bruta", come "asservimento" e come "condanna", destinata ai soggetti che nella scala sociale occupavano i gradini inferiori "per decreto di natura".<br />Nel mondo odierno, nel nostro modello sociale e culturale, questa idea del lavoro non è più concepibile, e in teoria non lo è. Nessuno esalta più in termini espliciti la "schiavitù" o l'asservimento "per decreto di natura", però di fatto il lavoro è assoggettato a certi meccanismi e a certe condizioni che lo riportano (e ci riportano) indietro di secoli (pur con tutte le meraviglie della tecnologia attuale!), giacché lo "riconfigurano" come condizione alienante, che non consente alcuna "realizzazione di sé" al lavoratore e, attraverso la "precarietà sottopagata", lo riconsegnano a un'assoggettazione di tipo sostanzialmente schiavistico. Sì, perché, rispetto al vecchio rapporto di lavoro, il tempo di lavoro resta quasi sempre il medesimo (e quindi il tempo di vita che viene speso, e dunque "perso" irrecuperabilmente dal lavoratore), ma il lavoratore, a parità di tempo ed energia impiegati, non ha più alcuna protezione (le ferie, il riposo per malattia e - somma, cinica inciviltà [a mio parere] - anche il congedo per maternità) e per giunta la sua retribuzione diventa inconsistente e inadeguata, del tutto consegnata ai "capricci" del mercato (e può il lavoro, inteso in senso moderno, essere <i>soltanto</i> un mercato?).<br />[Continuo]ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-64631165865294189422012-11-11T19:30:20.123+01:002012-11-11T19:30:20.123+01:00Ottima analisi Ivaneuscar!
In particolare vorrei ...Ottima analisi Ivaneuscar!<br /><br />In particolare vorrei soffermarmi su questa tua riflessione: "se la crescita, tanto decantata dai “mercatisti”, implica l'aumento delle disparità sociali, si trasforma in crescita dei privilegi (e del potere di ricatto dei detentori di posizioni privilegiate sul resto della società)".<br /><br />Infatti è proprio questo che sta avvenendo. A fronte di tantissimi lavoratori cui stanno venendo sottratti pian piano i più elementari diritti (guadagnati in anni ed anni di lotte sociali), si affermano categorie di intoccabili, i nuovi "padroni" (di cui la Fornero fa parte: mi domando perché non rinunci lei al suo ruolo pubblico per andare a lavorare come precaria). <br /><br />Aggiungo che quando si svolge un lavoro non consono alle proprie attitudini, magari distante mille miglia da quella che è stata la propria formazione (formazione che uno si è scelto, si suppone, per passione), il lavoro finisce per diventare una vera e propria schiavitù, un lavorare per portare a casa due soldi a fine mese e basta, il che può essere sopportato se almeno il guadagno permette comunque di potersi dedicarsi nel tempo libero ai propri svaghi, ossia di essere altro oltre al lavoro recuperando una dimensione individuale che non sia ridotta al solo essere lavoratore o consumatore; ma se per di più non si riesce nemmeno a guadagnare per pagarsi l'affitto di casa, viene negata persino la possibilità di pagarsi un cinema, una mostra, di farsi un piccolo viaggio, finanche di comprarsi un libro per rilassarsi la sera, allora davvero l'esistenza si trasforma in un inferno. Anche perché non tutti hanno poi la capacità di essere "filosofi" e di accontentarsi del sole che sorge ogni mattina. Un minimo di gratificazioni credo siano legittime. <br /><br />Non tanto tempo fa ho visto un film dal titolo Gli Equilibristi, in cui si vede quanto oggi persino divorziare o separarsi è divenuto un privilegio per soli ricchi in quanto, senza doppio stipendio, non si fa avanti. Per non parlare poi degli affitti altissimi e della gente (parlo anche di adulti, non solo di giovani studenti) che è costretta a dividere l'appartamento con altre persone, il che può essere anche piacevole, ma non è detto. <br />Quello che voglio dire è che se almeno il lavoro flessibile fosse ben remunerato potrebbe permettere comunque una certe progettualità, o di fare investimenti, invece oltretutto è anche sottopagato. E poi qualcuno mi spiegasse perché noi ci dobbiamo abituare a questa nuova situazione, però le banche invece per concedere mutui, carte di credito ecc. continuano a voler chiedere garanzie a lungo termine. C'è qualcosa che non torna. Da una parte ci dicono che il mondo sta cambiando e che dobbiamo accettarlo, dall'altra i privilegi e gli strapoteri delle banche e del grosso capitale rimangono gli stessi. Da una parte ci chiedono di lavorare senza garanzie, dall'altra queste sono necessarie per partecipare della vita quotidiana. <br />E poi, come giustamente ricordi, il PIL purtroppo non tiene conto della qualità della vita. Ad esempio esso aumenta anche tramite gli investimenti bellici, ma di certo le guerre non sono proprio esempi massimi del benessere di un paese; idem per le spese mediche, faranno anche aumentare il PIL, ma testimoniano di un malessere generalizzato. Ritahttps://www.blogger.com/profile/00874321717208230301noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-87232853136742115992012-11-09T16:17:05.936+01:002012-11-09T16:17:05.936+01:00Quel ragazzo è bravissimo, scrive anche per Il Fat...Quel ragazzo è bravissimo, scrive anche per Il Fatto, dico sempre che è l'unico Silvio che si merita la mia maiuscola..:-))Estrella_Marinahttps://www.blogger.com/profile/04487261092936269674noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-229726606715423002012-11-09T15:47:52.247+01:002012-11-09T15:47:52.247+01:00Ahah, ma io non "la" penso proprio, figù...Ahah, ma io non "la" penso proprio, figùrati :-)<br />Bello quel link, le caricature sono indovinatissime.ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-54612669208771789132012-11-09T13:58:39.939+01:002012-11-09T13:58:39.939+01:00Non so Ivan, non riesco a pensare a nulla che sia ...Non so Ivan, non riesco a pensare a nulla che sia positivo a proposito di quella donna. Ti faccio leggere una cosa che almeno ti strapperà un sorriso: http://silviodigiorgio.blogspot.it/2012/11/animali-e-animali-2.html<br /><br />;-)Estrella_Marinahttps://www.blogger.com/profile/04487261092936269674noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-51285205439724165812012-11-09T11:17:30.878+01:002012-11-09T11:17:30.878+01:00Io ho usato il discorso forneriano sui giovani cho...Io ho usato il discorso forneriano sui giovani <i>choosy</i> reali e immaginari (un nuovo spettro si aggira per l'Europa? i giovani che rifiutano lavori sottopagati o non retribuiti? In ogni caso, se fosse vero, sarebbe una "giusta rivoluzione", che costringerebbe tutti a ripensare modelli economici basati su vari livelli, anche sofisticati, di sfruttamento) - dicevo, ho usato il suo discorso come pretesto per parlare di un argomento che purtroppo, al di là di parole generiche e belle intenzioni, viene eluso perlopiù nel dibattito pubblico. Forse perché in proposito le risposte sensate scarseggiano e nella questione del lavoro vengono a galla le contraddizioni del nostro "modello di sviluppo", contraddizioni spinose e scomode (per i "decisori politici").<br />E comunque, col termine <i>choosy</i> è comparsa, nel nostro lessico politico, una parola che si presta (e sta già avvenendo, in Rete, sui blog, ecc.) a un utilizzo "ironico-dissacrante" che va in senso esattamente opposto rispetto a quello che immaginava il ministro. Le categorie, una volta create, assumono vita propria e possono sfuggire di mano a chi le ha "prodotte", ribaltando il loro scopo e/o significato originario.ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-31565654278187091132012-11-08T15:55:15.258+01:002012-11-08T15:55:15.258+01:00Non voglio parlare di questa cattivissima signora ...Non voglio parlare di questa cattivissima signora a cui non crescono neanche le piante nell'orto per sua stessa ammissione. Dove non c'è amore muore tutto, e anche nella politica che riguarda le esigenze primarie quali il diritto allo studio prima e al lavoro poi ci vorrebbe più amore. Perché l'amore poi rende, restituisce anche dignità.Estrella_Marinahttps://www.blogger.com/profile/04487261092936269674noreply@blogger.com