tag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post4491618089155673588..comments2023-04-26T16:59:09.600+02:00Comments on Almanacco di conclusioni provvisorie: In lotta contro "il male"? Etica, liberazione, antispecismo: una nota a margineivaneuscarhttp://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-35338917573138859222012-03-22T15:53:45.924+01:002012-03-22T15:53:45.924+01:00Biancaneve, prendo spunto ancora dal tuo commento ...Biancaneve, prendo spunto ancora dal tuo commento per aggiungere qualcosa che mi premeva chiarire (anche se forse traspare già dai miei post).<br />Sono perfettamente d'accordo quando dici: "io penso che si possa essere antispecisti solo tendenzialmente, anche perché tra una zanzara ed un essere umano è logico che - dovendo scegliere - salverei l'essere umano. Ma così è per tutto. Non si può essere un qualcosa al cento per cento."<br /><br />Ecco, infatti - come dicevo sinteticamente in uno dei miei primi post, che si può trovare sotto la voce "Intransigenza" - io temo e ho sempre temuto certe forme di "intransigenza" teorica, volte alla ricerca della "purezza" e dell'"assoluto", che nella realtà sono introvabili, ricerca che di solito conduce solo in vicoli ciechi.<br />La "critica intransigente", che punta ad abbattere "interamente" l'assetto della società, non salvandone nessun "pezzetto" (come se nella realtà non ci fosse niente da salvare, niente a cui aggrapparsi), in realtà conduce, nel suo eccesso di zelo, alla paralisi (dell'azione, delle prospettive e alla fine anche delle speranze).<br />Si può mettere in pratica un'idea di solito solo "tendenzialmente", giacché di fatto, per quel che si è detto, non può probabilmente esserci un "comportamento" antispecista che sia tale al cento per cento (la teoria sì, la teoria, a differenza delle pratiche calate nella concretezza dei rapporti sociali, nella sua capacità di volare "libera" nel mondo del pensiero, può scorgere "purezze" che nella realtà sono inattingibili). E ciò che si può dire dell'antispecismo, in proposito, si può dire anche di altre teorie.<br />Secondo me, poi, bisogna anche evitare di confondere questo atteggiamento di "prudenza pragmatica" col "moderatismo": essere "moderati" significa adagiarsi, crogiolarsi nell'esistente (salvo concedere qualche minima modifica del "sistema" qua e là, che non turbi gli equilibri esistenti); invece aderire a una teoria di cambiamento "radicale", ma tenendo ben presenti le difficoltà di tradurla in termini "puri" nel corpo vivo della realtà sociale (e dunque non pretendendo che - irragionevolmente - la realtà si adatti interamente alle nostre pretese astratte e intransigenti), è cosa ben diversa.<br />Il "moderatismo" non mi piace; ma - a differenza di certi "intransigenti" della rivoluzione (astratta, sempre), pronti a dare lezioni a tutti, che talvolta ho incontrato nella vita - non lo confondo con quella "prudenza pragmatica" di cui parlavo, che forse qualche volta alcuni risultati (anche radicali!) può portarli a casa.ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-91517101860901515332012-03-22T12:51:21.737+01:002012-03-22T12:51:21.737+01:00Ciao Biancaneve,
noto con piacere che ancora una v...Ciao Biancaneve,<br />noto con piacere che ancora una volta hai colto il significato essenziale delle mie riflessioni :)<br />Trovo particolarmente importanti i passaggi in cui dici: "A me sembra che a forza di voler trovare un modello perfetto e fattibile, inconfutabile ed effettivamente applicabile di antispecismo, intanto si trascuri la questione fondamentale..." (e altri simili).<br />Infatti, dell'impostazione di Caffo mi ha convinto specialmente l'approccio piuttosto "pragmatico", col quale dimostrava che in fondo l'antispecismo nasce non per tutelare in astratto "le specie viventi" (come il termine antispecismo, se preso alla lettera, lascerebbe intendere - giacché si contrappone alla discriminazione fra "le specie", senza ulteriore... specificazione, è il caso di dire), ma quelle che, in virtù della loro particolare "prossimità" a noi umani (fuor di metafora: gli animali), sentiamo di dover liberare da sofferenza, sterminio, oppressione, sfruttamento.<br />C'è poco da fare, insomma: la "prossimità" è un elemento centrale del ragionamento antispecista; e come tentavo di dire in questo post, non penso ci si possa sottrarre alla necessità di fare distinzioni, specificazioni. Anche perché - volendo riprendere il tuo ragionamento - per tentare di salvare tutto (vegetali, animali, e magari rocce, oceani, ecc.) attraverso la chimera di una teoria "onnicomprensiva" (che forse come tale non esisterà mai), rischiamo di non riuscire a "salvare" niente.<br />Il percorso di liberazione - che certo in prospettiva (io me lo auguro) può arrivare ad abbracciare tutto l'ambiente - deve cominciare dagli esseri a noi più vicini (si torna sempre lì, facciamocene una ragione...); e quindi, come tu dici, la questione centrale *ora* (in questo momento storico) è quella degli animali. Solo dopo, quando eventualmente lo "specismo" a danno delle specie animali sarà stato superato, si potrà procedere con ulteriori passi, magari, chissà.<br />Intanto, potrebbe avere un senso proporre comunque (come dicevo nel post) una tutela parallela a quella spettante agli animali, ma meno profonda ed "esigente" (sulla base delle diverse "specificità"), anche al resto del mondo vivente "non-animale".<br />In sostanza, quindi, mi piace la tua dichiarazione finale, perché la considero una bella risposta ai quesiti che ponevo: "Se dobbiamo pensare agli animali, prendere le loro difese, visto che non possono farlo da soli, che si pensi solo a loro. Uno specismo allora? Forse, ma a misura d'animale e non di uomo."ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-18381819285902038312012-03-22T11:46:17.478+01:002012-03-22T11:46:17.478+01:00E comunque, queste argomentazioni secondo me ci al...E comunque, queste argomentazioni secondo me ci allontanano dal vero nocciolo della questione; io penso che si possa essere antispecisti solo tendenzialmente, anche perché tra una zanzara ed un essere umano è logico che - dovendo scegliere - salverei l'essere umano. Ma così è per tutto. Non si può essere un qualcosa al cento per cento.<br /><br />Però, e ora arrivo al succo di quello che vorrei realmente dire, prendere atto del fatto che non si può essere totalmente antispecisti, non dovrebbe mai e poi mai esonerarci dal fare ciò che oggi è nelle nostre possibilità fare, ossia diventare tutti vegetariani e vegani. Certo, l'economia ne riceverebbe un gran bello scossone, ma lentamente la produzione potrebbe venire riconvertita (come è già successo in passato con la rivoluzione industriale in cui tante attività sono venute meno, ma ne sono sopraggiunte altre). <br />Insomma... se è pur vero che tra la zanzara e l'uomo salverei l'uomo, questo non significa affatto che io ogni sera d'estate mi metta a sterminare ogni zanzara che trovo, al limite metto un dissuasore nella camera per evitare che mi pungano di notte (qualcosa che le tenga lontane), così come se non posso esimermi dal mangiare le piante, almeno però evito di uccidere gli animali.<br /><br />A me sembra che a forza di voler trovare un modello perfetto e fattibile, inconfutabile ed effettivamente applicabile di antispecismo, intanto si trascuri la questione fondamentale che è quella che miliardi di animali in questo momento stanno subendo le pene e torture più atroci (ieri ho visto un video su allevamenti di mucche da latte e su allevamento di oche per la produzione di foie gras... che dire... allucinanti!). <br /><br />Che fare allora? Come muoversi? Ecco, forse più che tentare di arrivare alla teorizzazione di un antispecismo perfetto, tenterei la via dell'ottenimento di questi famosi diritti alla vita - che oggi purtroppo non sembrano estendibili agli animali - ricordandoci che in passato appunto si era pensata la stessa cosa, ossia che non potessero essere estendibili, anche riguardo ai neri, alle donne e finanche ai bambini (non solo ai neonati, ma ai bambini anche più grandi; in fondo tutta l'attenzione e la cura per l'infanzia è un fenomento abbastanza recente, anche solo cinquant'anni fa i bambini non solo potevano essere picchiati e puniti in maniera deprecabile dai genitori, ma anche dagli insegnanti a scuola).<br /><br />Una via civico-politica quindi, come suggerisci anche tu, ma non nel senso di adesione ad un'ideologia specifica già percorsa alla quale, per comodità, si possa aggiungere ed incollare anche la questione degli animali, ma pensata proprio specificamente per gli animali ed in questo senso davvero a-specista, ossia lontana da ogni visione antropocentrica perché in fondo il vero specismo è quello antropocentrico (ossia nel senso che l'essere umano rapporta e conduce tutto a se stesso).<br /><br />Se dobbiamo pensare agli animali, prendere le loro difese, visto che non possono farlo da soli, che si pensi solo a loro. Uno specismo allora? Forse, ma a misura d'animale e non di uomo. <br /><br />Un saluto. :-)Ritahttps://www.blogger.com/profile/00874321717208230301noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-10284886834228008112012-03-22T11:33:59.270+01:002012-03-22T11:33:59.270+01:00Ciao Ivaneuscar,
innanzitutto è sempre un piacere...Ciao Ivaneuscar, <br />innanzitutto è sempre un piacere seguire i tuoi ragionamenti e riflessioni;<br />premetto che ancora non ho avuto modo di leggere le altre tue considerazioni perché in questi giorni non avrei potuto dedicarmici con la giusta attenzione che meritano (così come devo ancora leggere le altre replice all'articolo di Caffo), ma intanto ti lascio una breve replica a queste tue ultime.<br /><br />Secondo me, come alla fine mi sembra di capire concordi anche tu, iniziando a parlare anche dei vegetali confondiamo troppo le cose e ci allontaniamo dal vero nocciolo della questione: intanto l'ecosistema è diviso in mondo animale (animali non umani ed animali umani), mondo vegetale, mondo minerale. <br />L'antispecismo nasce come teoria filosofica la quale, prendendo atto dell'orrore dello sfruttamento degli animali, cerca di opporvisi con ragionamenti logico-filosofici (e Caffo nel suo articolo ha riassunto tutta la storia dell'antispecismo, da Singer in poi, senza dimenticare che ci sono stati anche antecedenti letterari, ad esempio nei saggi di Tolstoj o nelle opere di alcuni anarchici, come è stato riportato in questo blog che seguo da un po': https://stregaa.wordpress.com/2012/03/18/tracce-di-antispecismo-nellanarchismo-classico/) . <br /><br />Come suggerisce Regan nel suo I diritti degli animali, certamente il mondo tutto merita rispetto, ma di certo a noi interessa in questo momento storico riuscire a far passare appunto i diritti animali e metterci a parlare delle stalattiti e stalagmiti o delle pietre, dei cristalli ecc. sarebbe poco pertinente: sono anch'esse espressioni bellissime e meravigliose della natura e meritano attenzione e rispetto, ma non pertinenti all'oggetto dei nostri studi.<br />Né, appunto, possiamo applicare alla natura il concetto di malvagia e immorale, essendo, pure come asseriva Leopardi, semplicemente, "indifferente" alle sorti degli umani. Insomma, non è che quando piove e fa freddo qualcuno ci sta facendo un dispetto. :-D<br />I vegetali poi comunque non hanno un cervello come gli animali e nemmeno un sistema nervoso. E comunque bisogna sempre tener presente che uccidendo e mangiando gli animali si finisce per distruggere non so quante volte un totale in più di piante, visto che molti animali che finiscono nel piatto si nutrono proprio di vegetali. <br /><br />C'è anche da tener presente che frutti ed ortaggi non devono essere strappati con violenza ad aggressione, cadendo appunto da soli quando sono maturi (anzi, i frutti e determinati ortaggi) devono essere colti, altrimenti marcirebbero. La pianta madre non muore. Quindi è un po' diverso il discorso rispetto all'uccisione di un animale, che è del tutto un individuo unico. <br /><br />Buona parte della deforestazione, almeno nella foresta amazzonica, è causata dalla richiesta di sempre un maggior numero di pascoli per i bovini. <br /><br />(continua)Ritahttps://www.blogger.com/profile/00874321717208230301noreply@blogger.com