tag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post9049130846548487610..comments2023-04-26T16:59:09.600+02:00Comments on Almanacco di conclusioni provvisorie: Complottismo, che triste destino!ivaneuscarhttp://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-61568607512139705162012-03-03T15:41:28.148+01:002012-03-03T15:41:28.148+01:00Ulteriore precisazione, a scanso di fraintendiment...Ulteriore precisazione, a scanso di fraintendimenti: nel paragone fra "scienziato" e "alchimista", il primo non rappresenta gli organismi istituzionali che camuffano o abbelliscono la verità nel fornire le loro "spiegazioni ufficiali"; lo "scienziato", nel parallelo da me abbozzato, rappresenta semmai la persona comune che si pone alcuni dubbi sulle "versioni ufficiali" (pur rifiutando di rimediare ai dubbi con ricostruzioni "romanzesche" - rimedio peggiore del male) oppure rappresenta l'investigatore che con buona intenzione e in buona fede cerca di capire la verità dei fatti e per questioni indipendenti dalla propria volontà non ci riesce.ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-80743639639636137352012-03-03T15:33:20.271+01:002012-03-03T15:33:20.271+01:00[Continua] Anch'io, dove ho un dubbio, preferi...[Continua] Anch'io, dove ho un dubbio, preferisco fermarmi a questo e mi dico: "qualcosa non quadra", o come dici tu: "un altro caso irrisolto". Anche perché, se a volte la verità "ufficiale" non è quella "effettiva", nessuno ci garantisce comunque che la nostra ricostruzione "alternativa" non sia inattendibile quanto quella "ufficiale". L'alternativa a una bugia o a una verità parziale non è necessariamente *la verità*, ma può essere invece un'altra verità parziale o incompleta o addirittura una bugia "alternativa".<br />Detta altrimenti: quando la scienza - che deve basarsi sempre essenzialmente sull'esercizio del dubbio e della cautela "metodologica" - sbaglia, e formula ipotesi o spiegazioni incomplete, inefficaci o insoddisfacenti su qualche questione "aperta", non per questo ha ragione chi avversa la scienza e nelle proprie asserzioni si basa sulle certezze dogmatiche - che so? - dell'alchimia o della magia.<br />In realtà, in questo caso sbagliano entrambi: tanto lo scienziato che ha formulato un'ipotesi errata quanto l'alchimista (nel desumere arbitrariamente da un singolo errore della scienza la propria indimostrata "ragione assoluta"); la differenza però è che lo scienziato ha gli strumenti - il dubbio metodologico - per riconoscere il proprio errore e porvi rimedio, mentre l'alchimista o il mago rimarranno legati graniticamente alle proprie certezze dogmatiche e quindi ai propri errori di dottrina e di metodo.<br />Ovviamente, se parliamo dell'applicazione "aggressiva" di certe scienze alla nostra vita quotidiana, apriamo un altro capitolo controverso, ma si tratta di un altro discorso, che riguarda più l'avidità umana e il desiderio di dominio del mondo (che era però proprio anche degli alchimisti e dei "maghi") che non la conoscenza pura - e la ricerca della verità nell'analisi dei fenomeni della realtà, che era ciò di cui qui parlavo.ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-17128060409398913422012-03-03T15:31:15.755+01:002012-03-03T15:31:15.755+01:00Ciao Biancaneve, grazie per essere passata di qui....Ciao Biancaneve, grazie per essere passata di qui... mi fa piacere che ci troviamo ancora una volta d'accordo :)<br />Sulla questione delle "coincidenze" - che spesso sono solo una nostra costruzione mentale, perché nascono dal nostro desiderio di trovarle a tutti i costi, dentro il "groviglio" della realtà (groviglio che a volte ci spaventa come tale) - dici benissimo. Scrivi tra l'altro: "(...) E poi invece, quante altre volte abbiamo pensato a quella stessa persona senza che mai ci telefonasse l'attimo dopo? <br />E' la mente che evidenzia le coincidenze, ma sono solo frutto di un caso, inteso come caos."<br />Ed è esattamente quello che intendevo dire. Se *vogliamo* credere o far credere che il mondo e la realtà siano solo un "tessuto di coincidenze", siamo costretti a ignorare le innumerevoli volte in cui quelle coincidenze si sono rivelati inesistenti, nella nostra esperienza. A volte bariamo semplicemente con noi stessi, per volerci autoilludere; altre volte puntiamo invece (se siamo inclini al sensazionalismo, complottista o non) a barare con chi ci ascolta o ci legge (che il nostro uditorio sia costituito da un circolo di amici che vogliamo "stupire" a cena, oppure - più in grande - dai visitatori di un sito Web o dai lettori di un libro, poco cambia).<br />Concordo sostanzialmente anche sulla questione dei "casi irrisolti". Anche senza dovere scomodare i misteri degli USA, pure nel nostro "piccolo" in Italia abbiamo molte questioni irrisolte, dall'uccisione di Salvatore Giuliano alle varie stragi degli anni Settanta-Ottanta del secolo appena passato (e giustamente tu citi Ustica).<br />Prescindendo comunque dai singoli casi (sui quali sarebbe necessario, per non scrivere "strafalcioni", entrare nel merito), e parlando quindi in termini generali, non si può negare un fatto: non sempre le indagini giudiziarie riescono a stabilire *la verità*, per motivi vari e assortiti, e talvolta anche nonostante la buona volontà di investigatori, inquirenti e magistrati. E soprattutto, non sempre le "verità ufficiali" raccontate da chi di competenza (organismi politico-istituzionali, organi di stampa "accreditati", ecc.) corrispondono alla *verità* effettiva. A volte sono motivazioni diplomatiche, o militari, o ragioni di "convenienza politica" o anche - nei casi più torbidi - connivenze inconfessabili, a determinare questa divergenza "incresciosa" fra verità "effettiva" e verità "ufficiale".<br />Però, come anche tu fai notare, tra il rilevare il dettaglio che non quadra nella "verità ufficiale" e il pretendere di imbastire una spiegazione alternativa completa ed esauriente sulla base di pochi elementi incerti, sparsi e confusi, c'è una bella differenza. E molto spesso, anche un bello sfoggio di fantasia "romanzesca" (specie laddove i singoli elementi che non quadrano vengono fatti forzatamente confluire nella solita narrazione del complotto universale plurisecolare...).ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-86818064335369120762012-02-29T18:45:51.846+01:002012-02-29T18:45:51.846+01:00Ciao Ivaneuscar,
è bello tornare a rileggerti in e...Ciao Ivaneuscar,<br />è bello tornare a rileggerti in effetti. :-)<br />Mi spiace per il tuo periodo travagliato e, credimi (non che sia "mal comune, mezzo gaudio"), ti posso comprendere bene. <br /><br />Io per natura sono sempre stata piuttosto scettica riguardo le svariate tesi complottiste e lo sono un po' per tutti i motivi che indichi tu. Credo che la realtà sia troppo complessa ed inintelligibile per poter essere "racchiusa" e compresa entro determinati schemi, inoltre ho sempre bene in mente la questione delle incognite, delle variabili, nel senso che qualsiasi complotto, specialmente poi se protratto nel tempo, non può reggere al caos degli eventi (intendo dire che ogni piccolo evento - imprevisto o previsto che sia - produce sempre effetti non immediatamente prevedibili; penso un po' alla teoria dell'effetto farfalla: la realtà, fatta di tanti soggetti, azioni ed imprevisti è immensa, complessa, ogni nostra azione ne produce altre, anche le più piccole, tutto è "collegato" e scollegato allo stesso tempo, comunque sia, impossibile da controllare).<br /><br />Le coincidenze, come scrivi tu, diventano tali perché le si nota (evidenziandole dal resto), ma magari non si nota tutto il resto che "non torna". <br />Facciamo un esempio: ogni tanto ci capita di pensare ad una persona (o una parola) e quella ci telefona qualche attimo dopo (o, nel caso, della parola, apriamo un libro e la troviamo, usciamo di casa e la sentiamo nominare) e allora subito nella testa ci scatta un campanellino che ci fa dire: "oh, però, che coincidenza" e ci piace pensare che essa, la coincidenza, possa essere il presagio o il segno di qualcos'altro (come fosse una specie di epifania). In realtà è solo il nostro bisogno inconscio di evadere per un attimo dal quotidiano e di accedere ad una dimensione, per così dire, fantastica - ove le leggi del mondo naturale che conosciamo appaiono per un attimo diverse - che ci rende il tutto allettante di una spiegazione alternativa. E poi invece, quante altre volte abbiamo pensato a quella stessa persona senza che mai ci telefonasse l'attimo dopo? <br />E' la mente che evidenzia le coincidenze, ma sono solo frutto di un caso, inteso come caos. <br /><br />Credo poi che - com'è successo nel caso dell'11 settembre - a volte le spiegazioni ufficiali siano state, come dire, fallaci e allora a quel punto è naturale che ci si voglia ingegnare a coprirle con altro.<br />Ad esempio io ho sempre trovato poco veritiera la storia dell'attacco al pentagono perché le immagini viste davvero non dimostravano che lì dentro fosse entrato un aereo e perché non c'erano resti di alcun genere che potessero far pensare che lì ci si fosse realmente schiantato un aereo (la cosa strana è che non si è salvato nemmeno un pezzo di un sedile e però avrebbero trovato, intatto, il passaporto dei dirottatori); insomma, la versione ufficiale degli Stati Uniti (nel caso particolare del Pentagono dico) fa acqua da tutte le parti. Però da lì a credere poi ad un'a teoria complottista spiegata al dettaglio, ce ne passa. <br />Personalmente mi arrendo e dico: "un altro caso irrisolto" - per motivi politici, di propaganda bellica o altro - come è stato per Ustica o altri. Insomma, ci sono effettivamente casi singoli nella Storia la cui versione ufficiale non regge, in tal caso si prestano particolarmente a venire elaborati e spiegati con le più svariate teorie. <br />Forse ogni tanto, nel caso del singolo evento, qualcuno ci azzecca pure. :-)<br /><br />La cosa curiosa di chi crede ciecamente ai complotti è che poi, come dici anche tu, ogni cosa si presta ad essere letta ed interpretata in tal senso, anche forzandola (come quando si tenta ad ogni costo di far combaciare due pezzi di un puzzle pur di ottenere un disegno); mi ricorda un po' quel tuo racconto dal titolo "Un incontro incancellabile", dove il protagonista si fissa con la storia che la moglie... (vabbè, non sveliamo la storia). :-DRitahttps://www.blogger.com/profile/00874321717208230301noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-27876932523942824092012-02-26T15:57:39.668+01:002012-02-26T15:57:39.668+01:00Ciao Elena! Riemergo da un periodo travagliato di ...Ciao Elena! Riemergo da un periodo travagliato di preoccupazioni e riflessioni, ma anche di impegni che non mi hanno consentito di affacciarmi in maniera assidua sui blog. <br />Ho seguito i blog altrui, anche il tuo come sempre (che trovo sempre più brillante :) ), ma non riuscivo a intervenire, in questo periodo. La crisi che c'è in giro non è solo politica o sociale, è la crisi di un modello, di un modo di pensare e di esprimersi, e ci induce a fermarci per qualche attimo a riprendere fiato (almeno per me è stato così). Se a questo si aggiungono le "crisi" personali, il quadro è completo :)<br />Questo post l'avevo in archivio da tempo, ma ci ho messo un po' a rileggerlo e limarlo.ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-215434595625178180.post-24814048448772524002012-02-26T14:49:04.771+01:002012-02-26T14:49:04.771+01:00Finalmente ti rileggo. ;)Finalmente ti rileggo. ;)Elena Bibolottihttps://www.blogger.com/profile/03860098362400980263noreply@blogger.com