Prima
parte
(Premessa)
Da
tempo avevo in mente di ricordare Lelio Basso occupandomi del suo
“Principe senza scettro”.
Per ragioni che non so neppure io, ho sempre rinviato questo
appuntamento a cui tenevo: forse l'“invadenza del presente”,
della quale parlo nell'introduzione di questo scritto, mi ha
contagiato, e ho dato la preferenza alle sue urgenze. O forse –
come spesso accade – temevo che la rilettura di un testo che a suo
tempo avevo trovato illuminante mi avrebbe deluso, affrontandola con
gli occhi di oggi (e comunque non sto parlando di “molto” tempo
fa: nel '58 io ancora non c'ero...). Invece poi mi son deciso a
ripercorrere le pagine del testo in questione, e mentre prendevo
appunti cresceva pian piano l'impressione che quel libro parlasse
anche a noi, a noi cittadini, a noi persone dell'Italia di oggi.
Ecco,
in certi frangenti, per capire cos'è la politica attuale, dove sta
andando, che senso hanno i suoi slogan, quanto respiro ha il suo
impettito “nuovismo” che ritiene di non aver nulla da imparare
dai maestri del recente passato, è particolarmente utile meditare
proprio sulle parole e sulle riflessioni di questi ultimi; forse più
utile di un “tweet”
estemporaneo che si pone all'affannoso inseguimento dell'attualità
quotidiana e si perde nel vero e proprio flusso dell'infinita chat
propagandistica che oggi i protagonisti stessi della
politica istituzionale alimentano.
Il
“Principe senza scettro”
non è altro che il popolo; è un titolo che dice già molto: ci
ricorda che il primo compito della Costituzione e del legislatore è
quello di rispettare il principio della sovranità popolare, di
renderlo sempre più forte e concreto. Il popolo è sovrano, ma al
contrario dei sovrani del passato non ha scettro, e d'altronde, per
salvaguardare la propria libertà, non gli serve materializzarlo ed
esibirlo come un re qualsiasi. Questo “anomalo principe” è fatto
di molti corpi e di molte teste, anche se talora, per esigenze
discorsive e per convenienza politica, viene rappresentato come “un
solo corpo” bisognoso di “una sola testa”: ed è proprio a
causa di questa rappresentazione “interessata” che rischia ogni
volta di perdere se stesso.
Il
“Principe senza scettro”, se comprende fino in fondo il proprio
ruolo, non è obbligato a giocare il gioco del dominio e della
prevaricazione, non deve umiliare nessuno, né ridurre chicchessia al
silenzio. E' un sovrano del tutto particolare, l'unico che non fa il
“tutore” di nessuno e non usurpa il ruolo d'altri.
Sì,
questo libro parla della Costituzione italiana e del significato di
certe scelte e di certe norme che i costituenti hanno elaborato.
Lelio Basso era uno di loro.