Frontespizio

Le conclusioni provvisorie sono come i massi che ci consentono di attraversare un piccolo fiume: saltiamo dall'una all'altra, e possiamo farlo di volta in volta solo perché i "massi" precedenti ci hanno portato a quel punto.

«Che cosa rimane del pensiero critico, se rinuncia alla tentazione di aggrapparsi a schemi mentali, a retoriche e ad apparati argomentativi prefabbricati e di sicuro effetto scenico (manicheismo, messianismo, settarismo, complottismo, moralismo e simili...)? Non perde forse la sua capacità di attrarre l'attenzione dell'uditorio distratto facendogli sentire il suono delle unghie che graffiano la superficie delle cose?» può domandarsi qualcuno.
No, al pensiero critico non servono “scene madri” né “effetti speciali”; anzi, quanto più si dimostra capace di farne a meno, tanto più riesce a far comprendere la fondatezza e l'urgenza dei propri interrogativi. (In my humble opinion, of course!)

giovedì 12 dicembre 2013

La "sedia vuota" della politica... e la "prova d'orchestra" degli scontenti

In questo post partirò dalla descrizione di impressioni, con tutti i limiti che una descrizione del genere può avere (la necessità di approfondire i dati, ecc.); a mio avviso si tratta però di impressioni significative.

Dirò quindi che l'impressione più forte che si ricava in questo periodo dalle notizie della cronaca politica è quella di una sedia vuota.
Sì, direte voi, “loro” stanno lì, occupano “le poltrone”, prendono stipendi, ecc.; eppure – ribadisco – la sedia della politica, il suo posto simbolico nella nostra società, è vuota. Non fermatevi alle apparenze.
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