Frontespizio

Le conclusioni provvisorie sono come i massi che ci consentono di attraversare un piccolo fiume: saltiamo dall'una all'altra, e possiamo farlo di volta in volta solo perché i "massi" precedenti ci hanno portato a quel punto.

«Che cosa rimane del pensiero critico, se rinuncia alla tentazione di aggrapparsi a schemi mentali, a retoriche e ad apparati argomentativi prefabbricati e di sicuro effetto scenico (manicheismo, messianismo, settarismo, complottismo, moralismo e simili...)? Non perde forse la sua capacità di attrarre l'attenzione dell'uditorio distratto facendogli sentire il suono delle unghie che graffiano la superficie delle cose?» può domandarsi qualcuno.
No, al pensiero critico non servono “scene madri” né “effetti speciali”; anzi, quanto più si dimostra capace di farne a meno, tanto più riesce a far comprendere la fondatezza e l'urgenza dei propri interrogativi. (In my humble opinion, of course!)

martedì 26 novembre 2013

Una realtà (più o meno) invisibile che ha effetti tangibili: niente di sovrannaturale, è la corruzione

Ci raccontano le statistiche che l'Italia ha una pessima collocazione in graduatorie “prestigiose” che valutano il grado di corruzione presente nei vari Paesi, e di conseguenza non gode di un'ottima reputazione.

Anche nell'esperienza quotidiana ci sembra di percepire disfunzioni che collochiamo “istintivamente” nella categoria della “corruzione”; sappiamo dunque, da varie fonti (non esclusa la nostra diretta percezione), che esiste un problema chiamato “corruzione”. Siamo persino portati talvolta a indignarci per la presenza di un tale problema e ci domandiamo cosa si possa fare per risolverlo – o ci chiediamo spazientiti come mai i governi non si decidano ad affrontarlo a viso aperto (a parte qualche provvedimento eclatante che – temiamo – è destinato a rimanere perlopiù inattuato, una volta spentisi i riflettori dell'opinione pubblica).

Eppure forse questo fenomeno non lo conosciamo davvero. Voglio dire: nonostante la nostra indignazione, non è detto che sapremmo rispondere in maniera chiara se un “marziano”, ignaro di “cose terrestri”, ci chiedesse, dopo aver ascoltato le nostre invettive: ma insomma, che cosa è la corruzione?
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