Frontespizio

Le conclusioni provvisorie sono come i massi che ci consentono di attraversare un piccolo fiume: saltiamo dall'una all'altra, e possiamo farlo di volta in volta solo perché i "massi" precedenti ci hanno portato a quel punto.

«Che cosa rimane del pensiero critico, se rinuncia alla tentazione di aggrapparsi a schemi mentali, a retoriche e ad apparati argomentativi prefabbricati e di sicuro effetto scenico (manicheismo, messianismo, settarismo, complottismo, moralismo e simili...)? Non perde forse la sua capacità di attrarre l'attenzione dell'uditorio distratto facendogli sentire il suono delle unghie che graffiano la superficie delle cose?» può domandarsi qualcuno.
No, al pensiero critico non servono “scene madri” né “effetti speciali”; anzi, quanto più si dimostra capace di farne a meno, tanto più riesce a far comprendere la fondatezza e l'urgenza dei propri interrogativi. (In my humble opinion, of course!)

domenica 20 maggio 2012

Dal tempo "liberato" al "tempo libero", ovvero: Contestazioni di ieri e di oggi a confronto (qualche suggestione)


1. La libertà è il tempo libero?

Prendo spunto da una nota di vita quotidiana per avventurarmi in riflessioni più ampie.
La mattina del 25 aprile – una mattina soleggiata, con un cielo limpido che in questa stagione si era finora visto poco – nella strada dove vivo, ad un certo punto si sono cominciate a sentire canzoni pop e rock suonate a tutto volume: provenivano dall'autoradio di una macchina parcheggiata con gli sportelli aperti. Intorno all'automobile, un gruppo di ragazzi e ragazze – età media sui vent'anni, non di più – che davano sfogo allegramente alla loro voglia di far festa, e soprattutto di comunicare rumorosamente al quartiere la loro esistenza e la loro giovanile effervescenza. Si erano “appropriati” dell'attenzione di una strada intera, per almeno tre quarti d'ora; era una sorta di rudimentale happening festaiolo per dire: “Noi ci siamo, siamo qui, ascoltateci!”.

Cosa c'è di strano?” potranno chiedersi i... miei lettori.
Beh, forse il fatto singolare è che si trattava – come ho detto – del 25 aprile. I brani musicali che ascoltavano quei giovani non avevano nulla di “politico”, vi garantisco: nessun canto partigiano, nessuna “Bella ciao”... solo “normali” brani da classifica pop del momento. Per loro il 25 aprile era insomma semplicemente una festa come un'altra, un'occasione per stare insieme e divertirsi.

mercoledì 2 maggio 2012

Breve dialogo immaginario-semiserio sui partiti da votare


Dialogo tra un Personaggio Ironico [che chiamo IR], giacché nei suoi dubbi c'è una traccia dell'ironia di chi si distanzia dalle “certezze di comodo”, e un Personaggio Ostinato [detto OS], intorno alle “scelte di voto” in questi momenti nebulosi. Apertamente ispirato a dialoghi reali.
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