Frontespizio

Le conclusioni provvisorie sono come i massi che ci consentono di attraversare un piccolo fiume: saltiamo dall'una all'altra, e possiamo farlo di volta in volta solo perché i "massi" precedenti ci hanno portato a quel punto.

«Che cosa rimane del pensiero critico, se rinuncia alla tentazione di aggrapparsi a schemi mentali, a retoriche e ad apparati argomentativi prefabbricati e di sicuro effetto scenico (manicheismo, messianismo, settarismo, complottismo, moralismo e simili...)? Non perde forse la sua capacità di attrarre l'attenzione dell'uditorio distratto facendogli sentire il suono delle unghie che graffiano la superficie delle cose?» può domandarsi qualcuno.
No, al pensiero critico non servono “scene madri” né “effetti speciali”; anzi, quanto più si dimostra capace di farne a meno, tanto più riesce a far comprendere la fondatezza e l'urgenza dei propri interrogativi. (In my humble opinion, of course!)

giovedì 12 dicembre 2013

La "sedia vuota" della politica... e la "prova d'orchestra" degli scontenti

In questo post partirò dalla descrizione di impressioni, con tutti i limiti che una descrizione del genere può avere (la necessità di approfondire i dati, ecc.); a mio avviso si tratta però di impressioni significative.

Dirò quindi che l'impressione più forte che si ricava in questo periodo dalle notizie della cronaca politica è quella di una sedia vuota.
Sì, direte voi, “loro” stanno lì, occupano “le poltrone”, prendono stipendi, ecc.; eppure – ribadisco – la sedia della politica, il suo posto simbolico nella nostra società, è vuota. Non fermatevi alle apparenze.

martedì 26 novembre 2013

Una realtà (più o meno) invisibile che ha effetti tangibili: niente di sovrannaturale, è la corruzione

Ci raccontano le statistiche che l'Italia ha una pessima collocazione in graduatorie “prestigiose” che valutano il grado di corruzione presente nei vari Paesi, e di conseguenza non gode di un'ottima reputazione.

Anche nell'esperienza quotidiana ci sembra di percepire disfunzioni che collochiamo “istintivamente” nella categoria della “corruzione”; sappiamo dunque, da varie fonti (non esclusa la nostra diretta percezione), che esiste un problema chiamato “corruzione”. Siamo persino portati talvolta a indignarci per la presenza di un tale problema e ci domandiamo cosa si possa fare per risolverlo – o ci chiediamo spazientiti come mai i governi non si decidano ad affrontarlo a viso aperto (a parte qualche provvedimento eclatante che – temiamo – è destinato a rimanere perlopiù inattuato, una volta spentisi i riflettori dell'opinione pubblica).

Eppure forse questo fenomeno non lo conosciamo davvero. Voglio dire: nonostante la nostra indignazione, non è detto che sapremmo rispondere in maniera chiara se un “marziano”, ignaro di “cose terrestri”, ci chiedesse, dopo aver ascoltato le nostre invettive: ma insomma, che cosa è la corruzione?

martedì 8 ottobre 2013

Riverberi real-virtuali dell'universo-Web


A M. e a S.

Strano universo, quello della Rete o Web.

Sono quasi 15 anni che lo frequento, ormai; si è tecnicamente rinnovato (del resto, un universo che nella tecnica ha la propria linfa vitale non può che mutare seguendo le innovazioni della tecnica medesima, votata a superare continuamente se stessa, a un ritmo che accelera costantemente); si è tecnicamente rinnovato, dunque, eppure il suo “fondo” rimane sostanzialmente lo stesso.

Lo chiamo fondo con cognizione di causa, anche perché mi viene in aiuto la metafora del mare, che sembra di uso comune in merito al Web (si “naviga”, no?). Infatti, poiché questo mare-Web è alquanto profondo, il suo “fondo” non possiamo vederlo ininterrottamente, anzi perlopiù rimane nascosto al nostro sguardo. Eppure gli “esseri”, o meglio gli umori e le energie, che se ne stanno laggiù come acquattati, all'improvviso salgono a galla e ci colgono di sorpresa.

sabato 7 settembre 2013

Léo Ferré e Frank Zappa a vent'anni dalla loro scomparsa (1993-2013) ovvero: Paralleli impensati

Per qualche decennio la storia della musica del Novecento, o “musica contemporanea”, è stata presentata, nei testi autorevoli dedicati al tema, come storia di avanguardie “illuminate” che hanno infranto le convenzioni e gli schemi del passato, e quindi è stata riassunta in alcuni nomi noti soltanto ai cultori della materia, a parte Stravinskij o Ravel (forse più noti al pubblico profano, ma meno conformi al modello dell'“avanguardia dura e pura”): Schönberg, Webern, Ives, Hindemith, Messiaen, Dallapiccola, eccetera eccetera, fino ai più “recenti” Nono, Berio, Cage... e così via (inutile allungare l'elenco, bastano questi esempi per far comprendere cosa intendo).

In tal modo, la musica ascoltata, conosciuta e amata da gran parte del pubblico dei “non addetti ai lavori” non aveva cittadinanza nei testi “ufficiali” di storia della musica, quelli che sono destinati a conservare memoria delle “gesta musicali” del nostro tempo a beneficio delle generazioni future.

mercoledì 28 agosto 2013

Di alberi e di stelle. Se il nostro sguardo non sa vedere (ovvero: Per le strade / 3)

Vediamo i luoghi che ci sono familiari e crediamo di conoscerli, forse soltanto perché sappiamo nominare le strade e le cose intorno a noi. Eppure nemmeno questo è vero, il nostro sguardo non è abituato a distinguere davvero ciò che vede e quindi sbagliamo già nel nominare le cose.

In quel poco verde che compare qua e là nella città non sappiamo vedere che alberi, piante e fiori.
Pochi di noi – di noi “cittadini” – sanno realmente andare oltre la generalizzazione.
Per noi – per tanti di noi – è albero tanto un leccio quanto un platano, sono ugualmente e soltanto alberi un'acacia e un ailanto; non sappiamo nulla della loro vita, del loro crescere e morire, del loro bisogno d'acqua e dei frutti che dovranno creare altre generazioni di quelle specie.

mercoledì 14 agosto 2013

Per il quarantennale di un disco senza rughe: "Sulle corde di Aries" (LP di Battiato)

Quando si parla di musica, di letteratura o di arte – si sa – i “valori oggettivi” si intrecciano in maniera talora inestricabile con i gusti personali; dunque quando ci si avventura ad affermare: “Il musicista X è un genio assoluto, incommensurabile”, si rischia di sentirsi rispondere: “Sarà un genio per te, io non lo sopporto nemmeno in fotografia e la sua musica mi dà l'allergia”.

domenica 31 marzo 2013

Idee che rimbalzano per il mondo: il progetto di riforma costituzionale islandese. Un commento con suggestioni e proposte


La notizia della riforma costituzionale islandese ha attraversato come una meteora il cielo della nostra informazione ed è poi scomparsa rapidamente dietro l'orizzonte; eppure si tratta di una questione importante.

[Per approfondire, leggere i documenti di séguito linkati: link I (su “La Stampa.it”), link II (su “Treccani.it”), link III (su “Il cambiamento.it”), link IV (su “iMille.org”)]

L'esperimento di riforma che si è tentato nell'isola nordica non ha precedenti, come molti commentatori hanno sottolineato, e per vari motivi.

Innanzitutto, forse per la prima volta la rabbia popolare – una rabbia non ciecamente devastante ma capace di esercitare raziocinio – ha imposto lì alle istituzioni l'accettazione di un principio fino a quel momento eluso o negato: le decisioni dei governi e dei governanti, che producono risultati disastrosi in termini sociali ed economici, non possono rimanere senza conseguenze sul piano delle responsabilità personali. Chi esercita la sovranità “in nome, per conto e per il bene del popolo” insomma non è immune da colpe per gli atti che compie, proprio perché agisce in nome della collettività e se la danneggia deve render conto (anche in sede giurisdizionale, se necessario) del danno causatole.

giovedì 14 marzo 2013

No, il 100 per cento è fuori discussione per chiunque. Pensieri ad alta voce sulle speranze del (e nei confronti del) M5S


Pare che in un'intervista a Time Beppe Grillo abbia affermato, tra l'altro, che il suo Movimento punta al «100 per cento del Parlamento» [«We want 100% of Parliament, not 20% or 25% or 30%»] e che nel momento in cui il Movimento 5 Stelle «otterrà il 100% e i cittadini saranno diventati lo Stato, il Movimento non avrà più bisogno di esistere» [«When the movement gets to 100% when the citizens become the state, the movement will no longer need to exist»].

[Qui il testo originale e completo dell'intervista]

Tutto chiaro? Secondo me, non del tutto; o meglio, affermazioni come quelle riportate devono essere attentamente analizzate ed è necessario capire bene quali implicazioni potrebbero avere.

mercoledì 6 marzo 2013

Proviamo un nuovo gioco: "Anche tu economista!" (Attenzione: si tratta di ironia)

Ormai i tempi sono maturi. Forse grazie alle “meraviglie” dell'informatica e a qualche algoritmo sapientemente elaborato, un giorno sarà possibile lanciare un grande gioco di simulazione su vasta scala: “Anche tu economista!”
 
Il lancio pubblicitario del gioco dirà più o meno così: 


martedì 5 marzo 2013

Un nuovo (possibile) alibi alla moda: "Ignobili, mi hanno decontestualizzato!"

Un nuovo alibi sta prendendo piede: “Hai/hanno decontestualizzato le mie affermazioni”.

Ora, è vero che in vari casi estrapolare una frase da un discorso o da un ragionamento più ampio può stravolgere il senso di quella frase, e che spesso questa operazione di “estrapolazione” è effettuata in perfetta malafede da persone malevole o affette da una qualche forma di fanatismo.


giovedì 28 febbraio 2013

Lettera immaginaria di un "elettore incompreso" (forse reale). Con un post scriptum


«Non sono io che devo andare a convincere gli elettori, sono gli elettori che devono spontaneamente convincersi della mia superiorità; e se non riescono a convincersene, sono solo degli stupidi e io ho tutto il diritto di insultarli in quanto stupidi, rozzi, ecc.»


Questo ragionamento non lo sentirete mai enunciato così apertamente, eppure – dai comportamenti di certi soloni e “big” della politica, che continuano imperterriti a voler dare lezioni a tutto il mondo, senza però umilmente ascoltarlo, quel mondo – si evince che è proprio quello il principio che è alla base dei loro comportamenti e atteggiamenti.


venerdì 15 febbraio 2013

Perché qualcuno ancora non vuole una "giustizia uguale per tutti"? (Ovvero: L'immortale fascino del "doppio standard")


E' piuttosto diffusa fra i “ceti abbienti-influenti” italiani e certi loro referenti politici una tendenza: essere “per l'ordine” quando hanno paura che qualcuno tocchi “la roba loro” e diventare invece (in un Paese in cui la faccia di bronzo è considerata virtù) disinvoltamente anarchici quando le stesse istituzioni “della legge e dell'ordine” (che in altre occasioni loro appoggiano con passione) vanno a spulciare tra le malefatte del loro ambiente e degli “amiconi” loro.

E' veramente lunga la strada per arrivare a una giustizia “uguale per tutti” (perlomeno come principio socialmente acquisito, patrimonio della collettività da non mettere mai più in discussione). 

mercoledì 2 gennaio 2013

Il Re è sempre il Re, anche se... (Ovvero: I vestiti nuovi dell'imperatore, possibile parte seconda)


Un semplice raccontino sui problemi causati da un certo tipo di mentalità.
Che succede in una monarchia assoluta (e – si badi bene – possono assomigliare a monarchie assolute anche alcune “sette”, o alcune organizzazioni [o gruppi ristretti di persone] che pendono dalle labbra di un qualche Capo che tutto-sa-tutto-decide-tutto-dispone, ecc.); cosa succede, dicevo, in una monarchia assoluta, quando il Re – per così dire – perde la lucidità?
In una monarchia assoluta è difficile dichiarare – sic et simpliciter – che il sovrano, fino a ieri infallibile, oggi di colpo non lo è più. Già: come si fa? L'infallibilità (e quindi il diritto di comandare e disporre senza venir mai contraddetti) per definizione non si può perdere, perché non è mai nei fatti, ma nella testa di chi la proclama.
Abbiamo un bell'aggrapparci alla convinzione che il sovrano sia onnisciente, essere sovrumano, o cose del genere, se i fatti ci sfidano; se intanto il Re, magari anche perché ubriacato dal suo potere, ha perso il lume della ragione (o addirittura non l'ha mai avuto), come se ne esce?

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