Frontespizio

Le conclusioni provvisorie sono come i massi che ci consentono di attraversare un piccolo fiume: saltiamo dall'una all'altra, e possiamo farlo di volta in volta solo perché i "massi" precedenti ci hanno portato a quel punto.

«Che cosa rimane del pensiero critico, se rinuncia alla tentazione di aggrapparsi a schemi mentali, a retoriche e ad apparati argomentativi prefabbricati e di sicuro effetto scenico (manicheismo, messianismo, settarismo, complottismo, moralismo e simili...)? Non perde forse la sua capacità di attrarre l'attenzione dell'uditorio distratto facendogli sentire il suono delle unghie che graffiano la superficie delle cose?» può domandarsi qualcuno.
No, al pensiero critico non servono “scene madri” né “effetti speciali”; anzi, quanto più si dimostra capace di farne a meno, tanto più riesce a far comprendere la fondatezza e l'urgenza dei propri interrogativi. (In my humble opinion, of course!)

giovedì 26 febbraio 2015

Riflettere per capire o commentare per esistere? (I fatti del mondo, gli "umori del Web" e alcuni odierni dilemmi)

I commenti del Web: una finestra sul cortile

Ci sono periodi – della vita dei singoli o della storia “grande” dei Paesi – che richiedono riflessione. Ciò che è accaduto negli ultimi anni, non solo in Italia, da un lato sembra aver confermato una direzione di marcia già in atto o comunque prevedibile (in una certa misura), ma dall'altro ha introdotto elementi inediti sui quali conviene e converrà meditare.

Da tempo non aggiornavo questo blog non perché non avessi la tentazione periodica di farlo, ma perché ritengo ci siano momenti nei quali, più che spendere parole sull'onda delle impressioni del “fatto del giorno”, è utile guardarsi attorno, ascoltare le “voci del mondo”, gli umori vari e assortiti della moltitudine, e solo dopo aver fatto da spettatore/registratore, raccogliere i pensieri e metterli in bell'ordine, affinché acquistino voce a loro volta, si esprimano e si intersechino con le voci ascoltate.

E principalmente di queste vorrei parlare, tanto per cominciare.
Il Web apparentemente offre molteplici occasioni e spazi (virtuali) per esprimersi, per “dire la propria”, lasciando al fruitore la possibilità di essere se stesso senza filtri (e scaricare nel Web, trasformato talora in vero e proprio “sfogatoio”, malumori, rancori, invettive) oppure di indossare una maschera e di interpretare una parte (ad es. quella del ben informato, del competente, di “quello che la sa lunga”, di “quello che è vissuto tanti anni all'estero” anche se invece all'estero è andato solo sporadicamente in vacanza; o ancora la parte dell'onesto-integerrimo cittadino indignato per i vizi [altrui] quando invece nella “real life” egli [o ella] integerrimo non è affatto, viola il codice della strada, truffa i propri clienti, ecc.).

Licenza Creative Commons
Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.