Frontespizio

Le conclusioni provvisorie sono come i massi che ci consentono di attraversare un piccolo fiume: saltiamo dall'una all'altra, e possiamo farlo di volta in volta solo perché i "massi" precedenti ci hanno portato a quel punto.

«Che cosa rimane del pensiero critico, se rinuncia alla tentazione di aggrapparsi a schemi mentali, a retoriche e ad apparati argomentativi prefabbricati e di sicuro effetto scenico (manicheismo, messianismo, settarismo, complottismo, moralismo e simili...)? Non perde forse la sua capacità di attrarre l'attenzione dell'uditorio distratto facendogli sentire il suono delle unghie che graffiano la superficie delle cose?» può domandarsi qualcuno.
No, al pensiero critico non servono “scene madri” né “effetti speciali”; anzi, quanto più si dimostra capace di farne a meno, tanto più riesce a far comprendere la fondatezza e l'urgenza dei propri interrogativi. (In my humble opinion, of course!)

giovedì 22 marzo 2012

In lotta contro "il male"? Etica, liberazione, antispecismo: una nota a margine

Le considerazioni che seguono si collegano alle riflessioni fatte in due precedenti post: In vista di un'etica lungimirante, e Coscienza etica e/o processi storico-politici, dei quali costituiscono una nota a margine. (Ma valgono anche come annotazioni a sé stanti.)

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La considerazione che segue spiega perché forse l'antispecismo come “assoluto” (o in forma “pura”) sia un obiettivo esigente e arduo da raggiungere – e perché tutto sommato lo “specismo moderato” [al quale pure accennava Leonardo Caffo ma – come si legge nel primo dei succitati post – in un senso diverso da quello da me qui espresso] possa essere invece un traguardo politicamente e socialmente (ma anche “tecnicamente”) a portata di mano.

Quando diciamo che "X" (natura, storia, individuo...) non esiste

Le considerazioni che seguono si collegano alle riflessioni fatte in due precedenti post: In vista di un'etica lungimirante, e Coscienza etica e/o processi storico-politici, dei quali costituiscono una nota a margine. (Ma valgono anche come annotazioni a sé stanti.)

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Personalmente tendo a diffidare delle tesi ad effetto. Ricordavo nel primo dei post succitati: «Qualche insigne pensatore e docente ha anche affermato che la natura non esiste affatto; esiste solo la cultura che la crea e la forgia.
E' questa, in fondo, la giustificazione ultima della tecnica.»

Coscienza etica e/o processi storico-politici. Ancora qualche commento sull'antispecismo

Mi càpita a volte – come credo càpiti a molti/e – scrivendo con curiosità intorno a un determinato argomento o tema, di sviluppare ulteriori riflessioni, di suscitare in me per primo ulteriori interrogativi.

A maggior ragione, poi, se intorno a quel tema o argomento il dibattito “ferve”.

D'altra parte, questo blog - come suggerisce il suo nome - è soprattutto un work in progress. Non ci sono “verità definitive”, qui, né ragionamenti che portino a conclusioni “indiscutibili” e “inoppugnabili”. Qualche punto fermo qua e là c'è, ma il resto è da considerarsi un discorso aperto, in attesa di sviluppi e “migliorie”.

sabato 17 marzo 2012

In vista di un'etica lungimirante. Commentando due post su etica dell'ambiente e antispecismo

Due interessanti post, comparsi su due diversi blog ma – per combinazione – nello stesso giorno, il 15 marzo, offrono un ottimo spunto per riflettere, da due angolazioni differenti, ma a mio avviso complementari, sul rapporto fra etica, scelte (individuali e politiche) e ambiente, ovvero – detto in termini classici e stringati – sulla maniera di considerare e regolare la relazione fra “umanità” (specie umana, o homo sapiens, inteso come singolo e come collettività) e altre specie viventi (condensate simbolicamente nel classico termine: “natura”): annosa ma sempre (più) attuale questione.

lunedì 12 marzo 2012

"Faremo grandi cose", ovvero: Degli appuntamenti mancati

Ormai qualche decennio fa, nella nostra classe entrò un tale, che doveva essere il nuovo professore di educazione fisica (lo potevamo dedurre dall'orario delle lezioni che ci era stato trasmesso).

Non era lo stesso dell'anno precedente – era evidente. Questo qui era più alto, più atletico e più giovane, e aveva un piglio effettivamente sportivo e dinamico (il nostro ex professore sembrava piuttosto vicino alla pensione e poco interessato a svegliare l'entusiasmo dei suoi giovani alunni).

sabato 10 marzo 2012

Le icone vengono da lontano. Un saggio di Francesca L. Viano sulla statua della libertà e la sua storia

Esistono libri che sono talmente ricchi di suggestioni e soprattutto di nozioni, da essere quasi lo specchio di interi mondi. Era questo il genere di libri che probabilmente piaceva in particolare a Jorge Luis Borges.
Non si tratta necessariamente di libri di narrativa, romanzi o racconti: anche un buon libro di storia, per esempio, può far parte di questa "schiera".

E il volume di cui voglio parlare stavolta è appunto un libro di storia.
La statua della libertà. Una storia globale, scritto da Francesca Lidia Viano, e pubblicato da Editori Laterza nel 2010, non è però un qualsiasi saggio di storia, di quelli rigorosi riservati agli specialisti della materia, e neppure un testo di divulgazione tendente a sminuzzare la materia storica in coloriti aneddoti che siano accettabili da parte di un pubblico eterogeneo e non particolarmente "paziente" nei confronti dei complicati gerghi specialistici e accademici.
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