Il signor C. (o P. o R., ecc., a piacere...) un bel giorno ha lasciato la politica, a malincuore e non senza patemi d'animo, perché invischiato in questioni imbarazzanti.
E' passato del tempo, e un altro bel giorno il signor C. (o P. oppure R., ecc.) ci ha ripensato e si è detto che in fondo il suo periodo di terreno “purgatorio” poteva bastare, cosicché ha bussato alle porte dei comunicatori pubblici, e mediante loro ha fatto sapere al mondo di voler tornare nell'agone della politica, del quale sentiva troppa nostalgia.
Eh certo, chi è stato troppo visibile, illuminato dai riflettori, coccolato e blandito dai “media” e dai fedeli e adoranti sostenitori (che da lui, come da altri politici, si attendevano chissà quali miracoli), non riesce a tornare nell'invisibilità del (quasi-)anonimato.
Però il signor C. (o P. oppure R., ecc.) non sa la fortuna che ha avuto, allontanandosi – sia pure nolente e dolente – dalla luce dei riflettori, oppure non la comprende; ed è un vero peccato!
Già: infatti, le sue vicissitudini, magari non piacevoli in prima battuta, gli hanno comunque dato la possibilità di cambiare vita, di ricominciare: chi avrebbe avuto la forza di negargli una scialuppa di salvataggio e una scorta di simbolici “viveri”, grazie ai quali egli avrebbe potuto dare inizio a una nuova avventura, a una nuova esistenza, magari come edicolante in uno sperduto paesino di montagna, o – chissà – come oste su un'isola dell'arcipelago toscano, o giardiniere in una villa signorile non lontana – faccio per dire – dall'Adriatico?
E lì finalmente, lontano dalle luci accecanti della notorietà, che talvolta e per alcuni sono peggio di una droga, il signor C. (o P. oppure R., ecc.) avrebbe potuto forse riordinare le sue idee, scavare meglio in se stesso persino, scrivere un libro intenso e commovente sui tormenti del suo animo, un libro che contenesse finalmente qualcosa di sentito e di sincero – ponendosi quindi a notevole distanza dal facile entusiasmo delle inebrianti e spericolate promesse elettorali, grazie alle quali otteneva viscerali e avventati applausi a scena aperta – e invece...
Invece, come ci ha deluso, il signor C. (o P. oppure R., ecc.)! Non ha capito l'occasione che la sorte gli aveva concesso, e vuole per forza tornare a far sentire i poderosi suoni di corno dei suoi comizi... Ma oggi la musica non potrà più essere la stessa, le note usciranno, dal corno della sua eloquenza, ovattate, indecise, calanti, e tutti avranno la penosa sensazione di averle già udite, suonate meglio, da qualche altra parte.
In fondo, nonostante le sue sfortunate vicissitudini, lo credevamo capace di maggiore saggezza, il signor C. (o P. oppure R., ecc.). Macché! Ancora una volta dobbiamo constatare che in quest'epoca ci sentiamo tutti – notabili e “popolo”, vip e non-vip, giovani e anziani, in questo accomunati – eterni adolescenti, incapaci del sereno equilibrio di qualche ripensamento, e l'esperienza resta inutilizzata, come un pacco ingombrante abbandonato in un magazzino, perché non si sa più a chi, come e quando dovrebbe essere consegnato.
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